Storia Della Provincia Di Grosseto

Castel dell’Aquila, antica fortificazione medievale situata in un’area boscosa presso il fiume Fiora, di cui si conservano i ruderi. Pozzo di Palazzo Orsini, caratteristico pozzo-cisterna di epoca rinascimentale, situato nel cortile interno di Palazzo Orsini. Si caratterizza per decorazioni a bassorilievo raffiguranti la casata dei conti di Pitigliano. Acquedotto mediceo, costruito a partire dalla metà del XVI secolo, fu completato soltanto nel secolo successivo quando Pitigliano era già passato sotto la dominazione dei Medici. Fontane gemelle, coppia di fontane, una situata nella parte settentrionale e l’altra nella parte meridionale di piazza della Repubblica, risalenti agli inizi del XX secolo. Teatro Salvini, costruito nel 1823 dalla Società filodrammatica dei Ravvivati, sul luogo dove precedentemente sorgeva un granaio, è stato rinnovato una prima volta nel 1870 e infine inglobato nella costruzione dell’imponente Palazzo Comunale negli anni trenta del XX secolo.

Sul lato della terrazza superiore rivolto a monte sono ricavati due camminamenti, protetti da alti parapetti con feritoie, per la difesa della fortezza dagli attacchi da terra. Le due costruzioni che si trovano sulla terrazza superiore non fanno parte della struttura originaria, ma furono erette alla fine della II Guerra mondiale per ospitare gli uffici del Comune la cui sede era andata distrutta, come buona parte del paese, a seguito dei pesanti bombardamenti alleati. «Forte Stella fa parte di un complesso sistema difensivo, anello di una catena di imponenti strutture militari che faceva capo a un baluardo spagnolo chiamato Stato dei Presidi. Entrando a Porto Ercole per la prima volta, chiunque in pochi secondi può notare che tutto il paese e protetto in modo perfetto da architetture militari risalenti al XVI sec., che portano la fantasia a fasti passati, o a tragici episodi, a quando il mare Mediterraneo era infestato dai pirati Barbareschi. Il forte, al centro della Costa Tirrenica era un sito perfetto dal punto di vista strategico militare, cosicché gli Spagnoli ne fecero un concentramento di mezzi, truppe e naviglio, mai visto prima e forse neanche dopo.

I resti della Rocca degli Alberti, recentemente restaurati, dominano il paese e costituiscono indubbiamente una delle testimonianze più importanti del passato. Di proprietà della famiglia degli Alberti di Magona dal 1163, nel 1208, con la morte del Conte Alberto IV, il Castello passa al figlio Rinaldo. Il 27 novembre 1262 il Comune di Massa acquistò le due metà del Castello di Monterotondo, ma entrambi nel 1333 si ritrovarono a dipendere dal consiglio dei “dodici di Siena”. In seguito, siamo nel 1554, quando il Castello viene completamente distrutto dalle truppe dei Medici, alleati con Spagna e Austria.

Pitigliano è nota anche come « la piccola Gerusalemme » per la presenza di una sinagoga e di una comunità ebraica piuttosto numerosa che da sempre riuscì a trovare un’ottima integrazione con la popolazione locale. A testimonianza dell’importanza della comunità ebraica pitiglianese rimangono il quartiere del vecchio ghetto con la sinagoga e il cimitero sulla statale per Manciano. Cappella dei Santi Giacomo e Filippo apostoli, costruita nel XVII secolo lungo le Vie Cave del Gradone a sud del centro storico, è una piccola cappella rurale che ha conservato gli elementi stilistici tipici dell’epoca di costruzione. Venne costruita nel XII secolo, anche se l’aspetto attuale è dovuto ad una ristrutturazione voluta da Niccolo III Orsini nel XV secolo. Lungo il fianco destro si trova un bassorilievo romanico che rappresenta due draghi che mordono le braccia di un uomo.

Il prodotto più caratteristico della zona è il vino Bianco di Pitigliano” DOC, prodotto dalla Cantina Cooperativa. Le grotte (in qualche caso anche tombe etrusche riadattate!) e le cantine scavate nel tufo, dove il vino viene conservato a temperatura costante, testimoniano gli inizi remoti della tradizione vinicola. Il nome ricorda l’usanza di battere con un bastone la porta delle abitazioni ebraiche, usanza che risale al secolo XVII°. All’epoca il Granduca di Toscana Cosimo II° Medici emanò un editto con il quale intimava agli ebrei delle zone di Pitigliano, Sovana e Sorano di lasciare le loro abitazioni e trasferirsi nel ghetto di Pitigliano.

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Non meno importanti sono invece i musei dedicati all’arte medievale e rinascimentale, come il Museo d’arte sacra di Massa Marittima, il Museo d’arte sacra della diocesi di Grosseto e il Museo di Palazzo Orsini di Pitigliano, mentre unico nel suo genere è il MAGMA di Follonica, dedicato all’arte della ghisa e della siderurgia. Numerosi sono poi i piccoli musei sparsi nella Maremma che documentano la storia, le usanze e le tradizioni locali. Per quanto riguarda l’arte contemporanea, si contano nella provincia vari giardini e parchi artistici, tra cui sono da segnalare il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle a Capalbio, e il Giardino di Daniel Spoerri a Seggiano. Fra i centri medievali più rilevanti vi è il centro storico di Santa Fiora, capitale della omonima contea prima aldobrandesca, poi sforzesca. Tuttavia il legame di tutte queste comunità rimaneva molto forte con la Sinagoga di Pitigliano. La popolazione cristiana di Pitigliano difese la comunità ebraica e il ghetto dal tentativo di saccheggio condotto dagli Aretini alla fine del Settecento.

  • Nel corso del Trecento, con l’inizio del dominio senese su Roccalbegna, la rocca andò incontro ad un periodo di declino, non venendo più considerata quell’opera di fondamentale importanza strategica dal punto di vista difensivo; i Senesi preferirono mantenere il controllo dal vicino cassero.
  • I ruderi del fortilizio sono rimasti per anni nello stato in cui furono lasciati nel XVI secolo, con l’aggravante dell’azione del tempo e l’incuria dell’uomo che hanno progressivamente peggiorato la situazione.
  • Il Castello di Sopano si presenta sotto forma di imponenti ruderi, situati presso un casale di epoca più moderna, visibili sulla collina anche dalla strada che, a valle, costeggia il torrente Stridolone, sulla sponda opposta rispetto all’abitato di San Giovanni delle Contee.
  • In seguito, siamo nel 1554, quando il Castello viene completamente distrutto dalle truppe dei Medici, alleati con Spagna e Austria.

Il Comune ha attivato la zona a traffico limitato installando un varco elettronico di controllo su via Roma, intersezione con piazza della Repubblica. I dati ricavabili dal presente servizio sono contenuti in una banca dati protetta ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore. Sono pertanto vietati, fra l’altro, la riproduzione ed il trasferimento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo dei suddetti dati.

Il complesso rimase in uso fino a tutto il XVII secolo e poi iniziò la sua lenta rovina, in quanto dopo l’esaurimento delle miniere circostanti quella che fu la sua forza, la sua posizione di nido d’aquila difficilmente attaccabile e di conseguenza anche mal raggiungibile, divenne la sua condanna. Fino a prima del 1997 era rischioso anche avventurarsi fra questi resti avvolti dalla vegetazione per pericoli di crolli, per fortuna la recente opera di restauro ha fermato il degrado, anche se occorreranno anni prima di poter godere dei suoi risultati. Oggi Selvena è visibile solo dall’esterno dalle varie prospettive che ci offre la strada panoramica che porta a Sovana». «La Fattoria di Monte Lattaia si trova nel territorio comunale di Roccastrada, su una modesta altura che si https://tuttopitigliano.com/siena/ innalza leggermente sulla pianura maremmana a valle del capoluogo comunale.

Il paese domina le valli dei torrenti Lente, Meleta e Prochio ragalando un panorama mozzafiato da ogni suo scorcio. Nata e cresciuta nella provincia di Venezia, Beatrice ha sempre avuto una grande passione per i viaggi e per la storia. Laureata in archeologia, ama girare il mondo per scoprire il passato, vivendo però sempre il presente e con lo sguardo fisso al futuro. Ha iniziato a scrivere un blog per raccontare le sue avventure e i libri che la accompagnano nel percorso. Predilige i viaggi in totale libertà, senza troppa organizzazione e cercando di immergersi il più possibile nella cultura del luogo.

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